decreto comunicazioni
Le sei cose da sapere sul decreto Comunicazioni Dai voucher agli obblighi per le tv, dal ruolo delle multiutility agli incentivi.
La bozza del decreto Comunicazioni punta a imprimere una svolta nella diffusione della banda larga in Italia e combattere il digital divide. Ecco in sintesi cosa prevede il provvedimento
1. La bozza del Decreto Comunicazioni / Voucher utenti
Bonus vincolato a connessione
In attuazione del Piano strategico banda ultralarga è prevista una serie di incentivi, tra cui «contributi in forma di voucher agli utenti finali». I voucher saranno quantificati da un decreto ministeriale ma saranno vincolati «ad una velocità di connessione potenzialmente simmetrica superiore a 100 Mbps». Una conferma, in altre parole, del fatto che i voucher saranno solo nelle aree più redditizie, dove gli operatori punteranno sicuramente sulla fibra fino alle abitazioni.
2. La bozza del Decreto Comunicazione / Credito d’imposta
Per le nuove infrastrutture
Gli operatori che realizzano interventi infrastrutturali nuovi e aggiuntivi usufruiscono nel periodo 2015-2020 di un credito d’imposta «a valere su tutte le imposte complessivamente dovute sui redditi e sul valore della produzione netta ritraibili dai medesimi interventi». Si punta a progetti medio-piccoli: ogni singolo investimento agevolabile non potrà superare 70 milioni. Nella aree con più progetti presentati da diversi operatori, si farà una gara per decidere l’aggiudicatario.
3. La bozza del Decreto Comunicazione / Fondo di garanzia
Per i mutui e le obbligazioni
La bozza del decreto prevede anche un Fondo presso il ministero dell’Economia per la «garanzia dello Stato sui mutui stipulati o sulle obbligazioni di progetto emesse per il finanziamento degli investimenti». Ad alimentarlo dovrà essere un ulteriore Fondo, destinato al «finanziamento del Piano strategico banda ultralarga». La destinazione e la ripartizione delle risorse tra la garanzia statale e le altre misure sarà individuata con decreto dello Sviluppo
4. La bozza del Decreto Comunicazione / Reti servizi pubblici
Dal gas all’elettricità e ai trasporti.
Tutte le reti dei servizi pubblici, non solo quella elettrica, saranno obbligate ad ospitare i cavi per la fibra ottica. Non solo Enel, ma anche Eni, Ferrovie, Anas, tutte le multiutility saranno potenzialmente coinvolte nel piano con la possibilità di usufruire di una “servitù di passaggio” sulle loro reti. Si punta anche a eliminare ogni autorizzazione per l’occupazione, compresa quella paesaggistica, nel caso di «adeguamento o sostituzione di cavi in fibra ottica su impianti elettrici aerei e interrati, anche in aree vincolate»
5. La bozza del Decreto Comunicazione / Accesso ai condomini
Comunicazione ai proprietari
L’operatore, nel pianificare lo sviluppo delle proprie «reti in fibra ottica in adiacenza ad aree di proprietà privata, occupate da fabbricati anche condominiali, ne dà comunicazione al proprietario, ovvero ai singoli inquilini o condomini, tramite l’amministratore del condominio, mediante lettera raccomandata». L’intervento viene avviato in 30 giorni a meno di «diniego comprovato da ineludibili alterazioni, danni o pregiudizi all’immobile»
6. La bozza del Decreto Comunicazione / Televisione
Tetto massimo per le frequenze
Sulla tv, oltre al tetto massimo per le frequenze del digitale terrestre («Nessun operatore di rete può esercire più di 5 multiplex nazionali Dvb-T»), spunta anche un «Fondo per il pluralismo nell’informazione» che ripartirebbe i fondi alle emittenti locali sulla base di criteri di tipo “premiale”. C’è anche un articolo per l’«accesso alle reti wi-fi della Pa»: entro 120 giorni la procedura di identificazione dell’utente dei servizi wi-fi messa a disposizione dalle Pa sarà unica e semplificata in virtù del «sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale»
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