Il condominio del futuro
Il condominio del futuro: edifici social-smart e amministratori manager
L’obsoleta realtà Italiana potrebbe presto lasciare il passo ad una nuova visione del sistema condominio. Il condominio del futuro.
Da più fronti, ormai da qualche tempo, si parla sempre più di Amministratori manger e spesso si fa riferimento ad una nuova figura denominata building manager.
Si tratta del tentativo di prefigurare nuovi scenari e nuovi modelli di gestione degli edifici in condominio che cominciano ad aprire un varco, anche culturale, al futuro.
In realtà, si parla di quello che in altri Paesi è uno scontato presente.
Quello italiano è un sistema condominiale “vecchio” e non più adeguato alle esigenze degli utenti. Un impianto normativo ancora molto indietro rispetto ad altre realtà internazionali, nonostante una riforma recente dopo settant’anni di assoluto immobilizzo. Una figura, quella dell’Amministratore, nell’iconografia comune di fatto ancora troppo relegata alle sole funzioni contabili, un utente, il condòmino, civicamente molto indietro rispetto alla consapevolezza del proprio ruolo e all’idea del vivere serenamente in comunità. A tutto questo, poi, aggiungiamo un patrimonio edilizio vetusto, spesso insicuro, inadeguato, energivoro e assolutamente privo di elementi di welfare interno.
Insomma, uno scenario, il nostro, mostruosamente indietro rispetto ai quesi Paesi che hanno da tempo ormai non solo compreso l’importanza del condominio quale seconda cellula sociale dopo la famiglia, ma soprattutto come il condominio possa divenire incubatore di serenità ed efficienza a beneficio dell’intera collettività.
Ma come tutte le evoluzioni, sociali, economiche e soprattutto culturali, anche questa è destinata a prendere posto nel nostro Paese. Certo, è difficile prevederne con precisione i tempi, ma il paradigma sta cambiano ed il processo è già in corso. Si tratta, dunque, soltanto di aspettare che alcune parti di questo facciano il loro corso e di scegliere di divenirne protagonisti piuttosto che semplici spettatori.
Se si comincia ad intravedere il ruolo manageriale dell’Amministratore non bisogna dimenticare come un manager sia a capo di un sistema azienda e come non esista manager senza azienda da dirigere, amministrare e controllare. Ecco quindi, la necessità di comprendere la fondamentale quanto armoniosa e necessaria crescita complessiva di quello che chiamo “sistema condominio”.
Provando ad immaginare il futuro prossimo venturo di riferimento, non possiamo fare a meno di cominciare dagli edifici: occorre un nuovo modo di pensare nel costruire. Edifici energeticamente autosufficienti e tecnologicamente avanzati sicuramente, ma il benessere non passa soltanto attraverso la tecnologia ma anche dal welfare. Ecco, allora, la badante di condominio, il parco giochi e la ludoteca per i bambini, il giardino dove poter leggere un buon libro alla sera, la biblioteca comune, la lavanderia, il punto di pronto intervento con telemedicina, il nido per i più piccoli e la palestra di condominio per i più grandi. Una nuova visione di vivere in comunità che da una parte soddisfa le esigenze dei proprietari e dall’altra stimola e promuovere il senso civico del vivere comune perché non si resti “soli” nonostante nel medesimo edificio ci sian qualche centinaio di abitanti. Ecco come gli attori di questo processo di cambiamento cominicano a divenire numerosi: i costruttori da una parte e le norme urbanistiche dall’altra devono guardare a questo tipo di futuro. Edifici smart ma anche social ed una nuova idea di urbanistica, votata più al privilegio del vivere in edifici e meno alle gigantesche opere incompiute.
Qualcuno potrebbe pensare da subito al relativo aumento di tutte le spese condominiali in ragione di così tanti servizi comuni, ma in realtà non è così. L’autosufficienza energetica degli edifici e il meno ricorso al welfare esterno difatto consentirebbe un elevatissimo risparmio per ogni proprietario sul rispettivo bilancio compessivo famigliare.
Ed i costi non possono non suggerirci la necessità di una generale efficienza del condominio, ricorrendo, quindi, proprio ad una nuova figura di amministratore quale manager vero e proprio, laddove per manager si intende la capacità non solo di amministrare, ma anche di gestire e controllare: adeguatezza dei fornitori, app intelligenti di pronto intervento, abbattimento dei costi, efficienza dei servizi, amministrare con obiettivi. E quindi una formazione più evoluta dell’Amministratore e non limitata ai contenuti di un decreto ministeriale appena emanato e già inadeguato. Una visione della formazione non esclusivamente nozionistica ma orinentata alle capacità gestionali in linea con l’evoluzione del mercato.
Ed infine, al concorso di questo nuovo scenario, non può mancare lo stesso proprietario, gli stessi condòmini, che devono cominiciare a pensare al loro condominio non come ad una gabbia di matti e fonte di inutile spesa, ma come ad una realtà in cui trovare servizi, vivere in serenità e investire i propri risparmi sapendo di poterci vivere bene.
Il condominio del futuro sarà tanto più vicino quanto più ognuno farà la propria parte e se volessimo osare, potrebbe rivelarsi ancora migliore.
Il condominio del futuro
Francesco Schena
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